Fotografia come estensione della mia esistenza. Si, ma quale?
Milano
Piazza della scala
Leica Sl3 APO Summicron-SL 1:2/50 ASPH
(Scatto effettuato solo per la qualità del file)
La mia passione per la fotografia ha radici lontane, profonde.
Per molti anni l’ho accantonata, deviando verso altre strade, convinto che fosse qualcosa di superato. Solo da qualche mese ho capito una verità semplice e potente: quella passione non mi ha mai lasciato. È sempre rimasta lì, in silenzio, ad aspettarmi.
Oggi ho ripreso questo percorso con più domande di quante ne avessi agli inizi. Amo molti generi, ma tre in particolare catturano completamente la mia mente: la street photography, il motorsport e la natura.
La street mi assorbe totalmente. Mi fa perdere la percezione del tempo, mi cancella la direzione, mi costringe a vivere soltanto l’attimo. È un mercato infinito di volti, culture, gesti quotidiani, luci e ombre. Non potrei chiedere di meglio: poter camminare in una città cercando non la foto “giusta”, ma quella che in quel momento vibra con me.
Poi c’è il motorsport.
Ho sempre amato le quattro ruote, soprattutto la pista. Ma oggi è difficile trovare uno spazio reale: se ti presenti con una macchina professionale e un tele, senza accredito sei automaticamente fuori. A parte rally e qualche evento endurance, riuscire a scattare davvero è sempre più complicato.
E infine la natura.
La wildlife è il mio secondo richiamo profondo. Amo gli animali, il silenzio del bosco, la pazienza dell’attesa. Non mi sono trasferito in Trentino-Alto Adige per lavoro: sono andato lì per i suoi boschi, per i suoi profumi, per la fauna che mi circonda ogni giorno. Lì respiro.
Sia nella street che nella natura non ho bisogno di permessi: ho bisogno solo di tempo, delle lenti giuste e della volontà di uscire. Sono mondi in cui posso viaggiare e raccontare. Ed è questo che amo più di tutto: raccontare.
Poi arriva la realtà.
Non posso comprare tutto. Devo scegliere. Anche per una semplice ragione: il budget.
Ho deciso di investire in questo percorso perché se c’è una cosa a cui tengo davvero è l’indipendenza. Lavoro, ho vincoli, e per una settimana al mese non posso muovermi. Fotografare come vorrei non è sempre possibile. Ma di una cosa sono certo: si vive una volta sola. E non voglio guardarmi indietro, un giorno, con il rimpianto di non aver visto il mondo e di non averlo raccontato con i miei occhi.
Scegliere una direzione fotografica è difficile perché mi sembra sempre di tradire l’altra. Non tanto per l’attrezzatura, quanto per il cuore. Oggi uso Nikon, e potrei semplicemente continuare così, aggiungendo una lente. I colori, la flessibilità in post-produzione, le possibilità tecniche: tutto è estremamente valido.
Eppure c’è un altro sistema che mi attrae, non per moda o per prestigio, ma perché il file che produce parla lo stesso linguaggio che sento dentro. Colori, profondità, atmosfera. Una questione di pelle.
Forse un fotografo “normale” mi direbbe: “esci e scatta, il resto sono solo paranoie”.
Forse avrebbe ragione.
Ma io non lo vedo così.
Le mie foto stanno crescendo.
Per anni sono rimasto fermo, lontano dalla fotografia, senza scattare. Oggi sono indietro, sì. Ma sono anche consapevole. E con determinazione so che tornerò in forma. L’unico modo per arrivare dove voglio arrivare è semplice: fotografare.
E basta.
Il futuro è ancora un punto interrogativo.
Conosco il punto di partenza.
Non ancora la destinazione.
Ma il cammino, quello sì, lo sto scegliendo ogni giorno.
Alessandro
Milano
Corso Vittorio Emanuele
Nikon D850 24-120 F4
