Verso il passo Pennes

 
 

Svolgendo due lavori, incastrare viaggi fotografici non è mai semplice, soprattutto quando si vorrebbe programmare reportage con auto diverse. Nel quotidiano mi occupo della manutenzione e della gestione di alcuni impianti, e le cose diventano davvero complesse quando arriva la settimana di reperibilità: chiamate a qualsiasi ora, anche nel cuore della notte.

È chiaro che, quando accumuli troppe ore — soprattutto la domenica — ti spetta un giorno di riposo a ridosso del periodo lavorato. Ed è proprio lì che nasce l’indecisione: dove vado per un reportage di giornata?

Oltre alle auto, che amo quanto amo me stesso, nutro una grande passione anche per il reportage. E riuscire a incastrare un viaggio, la strada e la fotografia in un’unica avventura mi riempie di entusiasmo.
Il punto è che, quasi sempre, questi viaggi li faccio con la mia auto, perché ottenere vetture da concessionarie o case madri resta complicato. Ma la voglia di raccontare, quella no: quella non si spegne mai.

I motivi per cui è difficile ottenere le auto sono molti, ma quello che mi riguarda è semplice: per le case automobilistiche io sono ancora un perfetto sconosciuto. Prima di arrivare a ottenere un veicolo in prova, i sacrifici da sostenere sono enormi.
È vero, ho un canale YouTube dove potrei pubblicare video, e nel 2025 la comunicazione più immediata — quella che tutti seguono — passa proprio da lì. Le case e le concessionarie puntano ai contenuti veloci, ai numeri rapidi, al ritorno istantaneo. E li capisco.

Io però sono un romantico.
Amo scrivere, amo fotografare.
Un video non lo puoi incorniciare.

Credo profondamente che la fotografia autentica non possa morire, neppure davanti all’avanzare di tecnologie come l’intelligenza artificiale. Ho visto ciò che produce l’IA: immagini perfette, fredde, prive di anima. Arte non è. Manca l’umanità.

Nella mia ricerca c’è invece qualcosa di maniacale, quasi ossessivo. E spesso mi ritrovo a cambiare piano più e più volte, perché nel mondo reale gli imprevisti sono ovunque.
Un “no” da un grande concessionario, una giornata di pioggia, oppure un contrattempo lavorativo: basta un attimo per stravolgere tutto.

Ma è proprio in questa fragilità, in questa lotta quotidiana, che nasce il mio lavoro. Ed è lì che, nonostante tutto, continuo a inseguire la bellezza.

E così ritorno al quesito principale: dove andare in questo giorno di riposo arrivato all’improvviso?
Lanciarmi nella ricerca di modelli speciali tra officine e preparatori… oppure partire verso le montagne alla caccia del foliage, tra colori che sembrano usciti da un dipinto?

È un dilemma soltanto in apparenza, perché in entrambi i casi sarei la persona più felice del mondo.

Alla fine, l’unica cosa che conta davvero per me è divertirmi mentre inseguo la bellezza.
Una bellezza che, nonostante il caos di questo mondo, riesce ancora — miracolosamente — a renderci felici.

Alessandro.

Alfa Romeo Giulia GTA (Kessel Lugano)

 
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