Un mattino sensazionale

 
 

Quando mi metto in testa qualcosa, vado fino in fondo.
Sono a cena con ospiti vari e vengo bacchettato da mia moglie, che mi trova come al solito distratto, assorto totalmente tra le app meteo per scoprire se il giorno dopo sarà un buon giorno per un giro tra i tornanti di qualche passo alpino.
Una sana mattina all’insegna del divertimento automobilistico e fotografico.
Spesso ho avuto fortuna in tal senso: se si frequentano i passi giusti, la possibilità di trovare delle gran belle auto è quasi assicurata.
Infatti, il bello di girare in questo periodo autunnale è anche la drastica riduzione dei “mancati piloti MotoGP” che sfrecciano tra i tornanti, e spesso li ritrovi in contromano.

Come al solito, sveglia alle 4:30.
Una sana colazione e un’abbondante tazza di caffè per darsi una bella svegliata.
Pulito e profumato, esco di casa, prendo lo zaino fotografico, mi assicuro che le batterie siano cariche e che le ottiche siano presenti, poi parto.
Il vantaggio di avere un box è quello di non trovare mai l’auto fredda e umida.
Esco dal condominio in silenzio e lascio il paesello alle mie spalle.
Il buio del mattino mi accompagna dolcemente; il silenzio nell’aria, per assenza di traffico, è il giusto modo di cominciare la mia giornata.
Praticamente non ho trovato nessuno fino all’autostrada, dove, entrando, c’erano meno macchine di quelle che mi aspettassi.

Imbocco la Val Brembana e, subito dopo Zogno, la strada è deserta. Sono solo!
In certi tratti tiro giù leggermente il finestrino e posso sentire il rumore del Brembo che scorre tra le rocce. Poesia.
Passato Lenna, vado per Mezzoldo e poi su, fino al San Marco.
L’unica mia paura è il rischio di trovare un animale selvatico: non sarebbe la prima volta che un cervo adulto o un capriolo mi attraversa la strada all’improvviso, costringendomi a frenate brusche e deviazioni pericolose.
Arrivato in cima, scorgo le vette della Valtellina innevate.
La luce che regala il primo sole del mattino è magia, polvere di stelle.
Il blu che lascia spazio all’azzurro, il sole che, riflettendo sulle cime, colora di rosa la neve e regala una cartolina agli amanti del panorama alpino.

Parcheggio e scendo dall’auto per osservare le montagne. Che freddo!
Ammetto di aver sottovalutato completamente la temperatura che avrei trovato in quota.
Ho portato con me un giubbotto invernale, ma a quanto pare non è stato sufficiente.
L’aria gelida della notte avrebbe lasciato spazio al tepore del sole, ma la luce del mattino portava con sé aria fredda da nord, che mi ha costretto a due foto in tutto e alla ritirata all’interno della macchina.
Ho provato in molti modi a preparare un cavalletto per una foto sensazionale, ma le mani congelate e la mancanza di guanti han fatto sì che lo riponessi nel baule, lasciando spazio a uno scatto a mano libera e tremante.
Inutile dire che ho effettuato solo due foto, di cui una improponibile.
Sembrava fossi a Tokyo in un normale giorno di terremoto.

Scendo nuovamente dal veicolo per osservare con ammirazione l’orizzonte.
Dopo poco risalgo in macchina e mi dirigo verso la base del passo, sperando questa volta di trovare un buon posto per uno scatto, la luce giusta per rendere giustizia alla mia Model 3P.
Finalmente trovo lo spazio ideale e scatto qualcosa, ma non esagero, a causa degli impegni quotidiani e del tempo limitato.
Alla fine, la giornata si concluse presto.
Ci saranno altri momenti per fotografare le auto: sicuramente la sveglia all’alba aiuta solo me a raggiungere il luogo prima che sia affollato, ma senza la mia musa preferita diventa difficile scorgere qualcosa per cui valga davvero la pena sprecare uno scatto.

 
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Una volata a Lugano alla ricerca di una foto 🇨🇭

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