BMW M3 Competition Presso “Lario Bergauto”

 
 

Questo titolo sembra voler gridare che un’auto del genere non posso permettermela — ed è vero. Vivere in Italia significa anche saper rinunciare a certi oggetti tanto affascinanti quanto estremi per l’utilizzo quotidiano.
Un’auto di questa portata è per chi accetta di versare nelle tasche dello Stato tasse spesso inutili, come il famigerato superbollo.

Quando ho deciso di acquistare la mia, mi sono trovato in un periodo di profonda indecisione: scegliere un’auto termica di questo calibro (anche usata) o passare all’elettrico, puntando su qualcosa di altrettanto letale, ma in modo diverso.
Alla lunga, dopo mesi di utilizzo, posso dire di essere soddisfatto della mia scelta — ma non del tutto felice.
L’idea di spendere denaro nel superbollo, tuttavia, mi allettava ancora meno.

L’auto, per me, è tutto. È passione, ricerca, ispirazione. Fotografarle è ciò che mi muove ogni giorno, ma trovarle non è semplice — e ottenere il consenso dei proprietari lo è ancora meno.

Quando ci si avvicina a certe vetture, si entra in un mondo fatto di orgoglio e gelosia. Alcuni proprietari, soprattutto svizzeri, tedeschi, austriaci o belgi, sono entusiasti di mostrare il loro gioiello, fieri di condividerlo con chi sa apprezzarlo.
In Italia, invece, capita spesso il contrario: chiedere di poter scattare qualche foto al loro veicolo sembra quasi come chiedere di prenderlo in prestito.

Chi, come me, ama questo mestiere, non vuole neppure sfiorarle: teme di lasciare anche solo un’impronta sulla carrozzeria.
Noi fotografi ci limitiamo a catturare la loro essenza, rispettando sempre la privacy del proprietario — oscurando targhe, evitando dettagli personali — perché la nostra missione è celebrare la bellezza, non violarla.

Spesso mi capitano reels di ragazzi che vanno a caccia di supercar per poterle filmare o fotografare. Li vedo appostarsi fuori dagli autodromi o all’uscita dei parcheggi dove si tengono raduni privati, nella speranza di catturare qualche secondo della loro essenza.
Come li capisco. Anch’io, come loro, ho la stessa ossessione: le quattro ruote.

Trascorro il mio tempo libero inseguendo la bellezza autentica fatta di linee, curve e velocità.
Questa splendida BMW, ad esempio, l’ho fotografata da Lario Bergauto. Il venditore, a differenza di molti altri, mi ha concesso la possibilità di realizzare qualche scatto.
L’unico limite? L’auto non poteva essere spostata. Mi sono quindi adattato, sfruttando ciò che avevo a disposizione.

Le condizioni di luce erano difficili: il sole era basso, diretto, filtrava attraverso il vetro e rendeva complicato ogni tentativo di bilanciare l’esposizione.
Un’inquadratura frontale era impossibile: l’auto era troppo vicina a una colonna e, nonostante il 24mm, la sua bellezza sembrava sempre eccedere i confini dell’obiettivo.

Ma è anche questo il bello di ciò che faccio — cercare di raccontare la perfezione, anche quando le condizioni non lo sono affatto.

Risalito in auto, riguardo gli scatti appena effettuati e, nonostante tutto, qualcosa da salvare c’è — e questo mi basta per essere felice.
Nella stessa giornata ho tentato in diverse concessionarie, con risultati però molto diversi tra loro.

Mentre guidavo, immerso nei miei pensieri, mi chiedevo: quale sarà la prossima auto a cui dedicherò il mio tempo?
Ho degli obiettivi fotografici ben precisi, alcuni più difficili da raggiungere, altri solo in attesa del momento giusto.

Poi mi ricordo del mio percorso, di quanta strada ho già fatto grazie alla determinazione.
E mi rassicuro. So che le occasioni che desidero sono già lì fuori, pronte a farsi trovare.
Devo solo andare a fotografarle.

 
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In attesa del Nürburgring

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Una volata a Lugano alla ricerca di una foto 🇨🇭