7 Passi Alpini in 3 giorni (parte 2)
Passo Sella e oltre…
Le meraviglie delle dolomiti
Sveglia prima dell’alba! Doccia e un po di lavoro prima di colazione ci sta sempre: adoro i clienti felici. Il mattino ci ha regalato una splendida nebbia che attraversa le creste degli alberi, dentro e fuori dalla montagna regalando uno spettacolo che solo questa stagione dà. Colazione con un buon caffè nero e cereali, una fetta di pane con confettura di mirtilli e si comincia. Partiamo con il piade giusto, le previsioni danno sole, quindi solo il tempo di arrivare ed ecco sparire le nuvole dietro le montagne, regalando un vero spettacolo della natura. Le dolomiti sono nostre e le custodiamo gelosamente… Ovviamente sono un enorme bene comune e, chi le visita, dovrebbe ricordare che questi luoghi meritano rispetto.
La macchina era carica al 70% alla partenza, ma arrivati a Bolzano abbiamo preferito una ricarica veloce ala supercharger, giusto perché in quota non ero sicuro di trovare qualcosa, ma soprattutto la grande rete di ricarica di Elon Musk. Sono decisamente più convenienti per chi guida americano. Ammetto che è molto peculiare affrontare 5 passi dolomitici scaricando l’auto in salita, ma ricaricando in discesa, Non recuperi tutto, ma ci ha permesso di affrontare il circuito in totale serenità. una volta usciti da Bolzano, ho sbagliato strada (colpa mia, e abbiamo fatto come dire, il giro largo. Siamo passati da Fié allo Scillar abbiamo proseguito sul passo Pinei 1437 s.l.m verso Ortisei, e di fatto ripreso la strada maestra.
Sulla via molti cantieri hanno causato rallentamenti e disagi, la strada era segnata da solchi sufficientemente profondi da rischiare i cerchi da 20’, e la mia pazienza. Una volta finiti andiamo spediti per il passo Sella 2244 s.l.m., il percorso in salita è stato abbastanza libero dal traffico. Splendidi i ciclisti che conquistano la cima con la loro fatica, ho notato con piacere che per alcuni tratti, hanno una corsia preferenziale, ma non protetta. Si sarebbe potuto fare qualcosa in più. Noi gli passiamo a fianco nel totale silenzio, e loro ringraziano, la faticosa conquista è appagante se guadagnata respirando anche aria pulita. Ci fermiamo un chilometro prima del passo per qualche foto di rito, una posa qua, uno scatto la e via così.
Scendiamo in scioltezza, la strada è ripida e si ricarica, anche bene direi, 5% facile. Parcheggio a bordo strada e faccio qualche scatto, l’enorme blocco monolitico che ho di fronte cattura totalmente la mia attenzione al punto di dedicargli qualche minuto di pace e scatti fotografici. Riprendiamo la marcia fino al bivio dove imboccheremo la strada per il Pordoi 2239 s.lm..
La pace che ci regala la guida in elettrico è unica, se non la si prova non è possibile comprenderla. Questo non significa meno emozioni, tutt’altro, in più occasioni ho dimostrato a spavaldi soggetti che basta premere un pò sull’acceleratore, senza esagerare, ma solo alzando un filino il ritmo diventa quasi impossibile sorpassare. Ovviamente qua parliamo di cavalli elettrici, tutti pronti. Subito! Anche la ripresa e impressionante, se non avverto di pressioni prolungate sull’acceleratore i passeggeri, rischio di vedere il loro pasto sparso per tutto l’abitacolo. Quest’auto sa essere imponente , tagliente e meravigliosamente veloce. Tuttavia sa essere altrettanto calma e paziente, può guidarla un neofita e poco dopo un esperto ed entrambi troverebbero auto diverse.
I comandi al volante per molti sono un problema, in effetti prenderci la mano non è intuitivo, io per esempio ogni volta che cerco di abbagliare, spesso metto la freccia a destra. Non Sono propio immediati, ma dopo un po ci si abitua. Ora con la nuova MY hanno reinserito la leva per le frecce dietro al volante, lasciando il resto dei comandi sul volantino magico. Il risultato, meglio la M3, più sofisticata e futuristica. sicuramente non si può dire che in azienda i grandi capi non prendano sul serio le lamentele. Hanno rimediato subito con il nuovo modello e, sembra, che gli stessi aggiornamenti saranno disponibili anche per il restiling della Highland.
Scesi dal Pordoi arriviamo ad Arabba, proseguiamo per il Campolongo 1875 s.l.m fino a Corvara dove speravamo di mangiare un boccone, ma con nostro dispiacere abbiamo trovato tutto chiuso, nemmeno un baretto per un toast con pane di segale. Presi dallo sconforto decidiamo quindi per l’ultimo passo di questo meraviglioso giro, il Gardena 2136 s.l.m. Appena sopra Colfosco si estende una delle migliori viste al mondo, incredibile quanto siamo fortunati a poter osservare tale magnificenza della natura. E pensare che una volta erano fondali marini. Ritornati a Selva imbocchiamo la SS42 verso il nostro Hotel, di strada ne abbiamo fatta molta e la discesa ci ha regalato un’ulteriore straordinaria ricarica.
Durante la discesa decidiamo di fermarci a Santa Cristina, troviamo un bar aperto e ci fiondiamo dentro per mettere qualcosa sotto i denti. Mentre mastico penso, la considerazione che posso fare è ammettere che anche essendo un profondo ammiratore e innamorato del flat six Porsche, ho adorato guidare nel silenzio di queste meravigliose strade dolomitiche, ammirando curva dopo curva solo in competizione con il fruscio del vento.
